Titan: la Oceangate è accusata di poca sicurezza da ex dipendenti
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Direttore: Alessandro Plateroti

Caso Titan, le rivelazioni degli ex dipendenti: “Quali problemi di sicurezza c’erano”

Sommergibile Titan

Il New Yorker ha intervistato, riguardo la sicurezza dei sommergibili Oceangate, l’esperto Rob McCallum.

Nel tempo sarebbero arrivati molti avvertimenti, alla Oceangate, riguardo la sicurezza delle sue imbarcazioni. Avvertimenti che il Ceo dell’azienda (e una delle vittime della tragedia del Titan), Stockton Rush, avrebbe ignorato. A parlare di tutto ciò è un’intervista rilasciata al New Yorker da parte di Rob McCallum, esperto di sommergibili e uno dei primi a trasportare in “visita turistica” le persone per far vedere loro il Titanic.

La dichiarazione di Rob McCallum

L’uomo ha raccontato alla testata americana che, insieme a più esperti, avrebbe sempre espresso forti preoccupazioni circa la sicurezza delle imbarcazioni Oceangate. Tuttavia, afferma che i suoi dubbi in merito non hanno mai ricevuto risposta. Un silenzio che non parte solo dall’azienda stessa, ma anche dalle autorità governative stesse.

McCallum racconta di essere stato contattato da Rush nel 2015, quando la Oceangate voleva iniziare a portare le persone ad osservare il relitto del Titanic, situato a 3.800 metri di profondità. L’esperto di sommergibili afferma che Rush gli aveva chiesto di dirigere l’operazione nel suo insieme, dato che “all’epoca ero l’unica persona a sapere che aveva organizzato spedizioni commerciali al Titanic“.

Il piano di Stockton“, continua McCallum, “era quello di fare un ulteriore passo avanti e costruire un veicolo specifico per questa spedizione multipasseggero“. In seguito, l’esperto aveva visitato l’officina della Oceangate, a Seattle, per osservare il primo sommergibile dell’azienda. Il Cyclops I era una nave che non poteva andare sotto i 500 metri di profondità e che, per McCallum, aveva “più punti deboli“.

Sottomarino

Le prove del nuovo sottomarino

Il Ceo di Oceangate disse a McCallum di voler progettare un Cyclops II, basato sul primo modello. Questa nuova imbarcazione avrebbe dovuto accompagnare i visitatori fino al Titanic. Dopo alcune prove di immersione del Cyclops II, l’imbarcazione rimase bloccata in acque poco profonde.

McCallum afferma: “Fu esilarante, perché nel sottomarino c’erano quattro operatori molto esperti, bloccati a venti o venticinque piedi, e dovemmo restare lì per qualche ora mentre loro risolvevano il problema“. L’uomo decise, dunque, di non essere coinvolto nel progetto del Cyclops II. Una decisione presa, per il Guardian, da alcuni problemi di sicurezza.

Anche il direttore delle operazioni marittime di Oceangate, Lochridge, nutriva grossi dubbi sulla sicurezza del Cyclops II. Inviò, dunque, un rapporto ufficiale a Rush prima dell’inizio delle prove di immersione. Nonostante Lochridge indicasse chiaramente le criticità dell’imbarcazione, venne licenziato e Rush affermò di non voler cambiare i propri piani.

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ultimo aggiornamento: 6 Luglio 2023 10:56

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